Presupposti organizzativi della Riforma della Curia Romana

Autori

  • J. I. Arrieta Segretario del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi.

DOI:

https://doi.org/10.1400/232646

Parole chiave:

Curia Romana, Sinodalità, Coordinamento, Collegialità.

Abstract

Il testo tratta di alcune premesse ecclesiologiche, di organizzazione e di ordine giuridico-canonico che occorre ponderare, qualunque sia il tipo di opzione che deciderà il Legislatore per riformare la Curia romana a partire dal modello basato sulla cost. ap. Pastor Bonus che, al presente, continua ad avere validità giuridica ed ecclesiologica come impianto generale. Dalle premesse considerate seguono, poi, concrete indicazioni organizzative e giuridiche: il modo tecnico di tradurre nell’organizzazione e nel lavoro i postulati della “communio ecclesiarum” e della “sinodalità”, le forme per realizzare il coordinamento e la spontanea cooperazione tra i dicasteri, le formule per rispettare le competenze affidate a ciascuno, le possibilità e i limiti dell’accorpamento di Dicasteri, ecc. Le richieste di decentramento vanno valutare con realismo, tenendo conto delle effettive possibilità di ciascun episcopato, poiché spesso la presente situazione non è conseguenza di accentramenti, bensì di esigenze di supplenza. Le principali disfunzioni della Curia, tuttavia, trovano piuttosto spiegazione nei “metodi di lavoro” e nell’insufficiente autocontrollo dei Dicasteri di maggior rilevanza. Perciò, gli obiettivi della riforma dovrebbero puntare principalmente agli atteggiamenti personali di chi vi lavora e alle metodologie di lavoro collegiali, aperte e collaborative. 

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Pubblicato

2015-06-15

Fascicolo

Sezione

Dottrina