Recenti sviluppi nella relazione tra la Santa Sede e i “treaty bodies” dell’ONU

Autori

  • L. Marabese

DOI:

https://doi.org/10.19272/201608603005

Parole chiave:

approccio intersezionale, prassi successiva, riserve, “religious exceptionalism”.

Abstract

Osservando lo ius Ecclesiae dal punto di vista del diritto internazionale dei diritti umani, il presente articolo intende acclarare gli snodi più significativi del dibattito tra le delegazioni diplomatiche pontificie e i “Treaty bodies” dell’onu, deputati a monitorare l’esecuzione delle relative Convenzioni nel diritto interno degli Stati membri. Infatti, la prassi consultiva di tali organismi è giunta di recente a formulare osservazioni inappropriate ai rapporti periodici della Santa Sede, dimostrando di fraintendere la natura del suo ordinamento, al punto da esigerne modifiche sostanziali in grado di conformarlo all’autocomprensione dei diritti umani operata dagli stessi Comitati. Di qui la duplice urgenza di delineare, per un verso, le coordinate comuni, trasversali alla prassi degli “organi di trattato”, e di offrire, per l’altro, una mappa delle principali argomentazioni giuridiche adottate dalla Santa Sede nei fori multilaterali.

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Pubblicato

2016-12-15

Fascicolo

Sezione

Dottrina