Per una cura pastorale integrale dei fedeli in caso di pandemia

Profili canonici e pastorali

Autori

  • Antonio S. Sánchez-Gil

DOI:

https://doi.org/10.19272/202108601009

Parole chiave:

cura pastorale, pandemia, Covid-19, salus animarum, salus corporum, aequitas canonica

Abstract

La Chiesa, in virtù della missione ricevuta da Cristo, ha una responsabilità originaria nella guarigione integrale – materiale e spirituale – della persona che, come ha fatto in passato, deve poter esercitare anche in caso di pandemia in collaborazione con lo Stato, il quale deve tutelare la salute non solo materiale, ma anche spirituale di tutte le persone, nel rispetto della loro libertà religiosa. Nell’esercizio della loro missione in caso di pandemia, i pastori della Chiesa devono ispirarsi al primato della salus animarum, alla necessaria tutela della salus corporum e ad una ponderata valutazione dei beni in gioco con aequitas canonica. Solo le autorità della Chiesa – concretamente la Sede Apostolica e il Vescovo diocesano – sono competenti per regolare la cura pastorale e la liturgia, nel rispetto delle legittime disposizioni stabilite delle autorità sanitarie dello Stato per situazioni analoghe. In caso di pandemia sono di applicazione le norme di diritto comune per i casi di (grave) incomodo, (grave) necessità, e di (imminente) pericolo di morte, ma è auspicabile che vengano emanate dalle autorità competenti – a livello universale e particolare – norme di diritto speciale per il caso di pandemia.

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Pubblicato

2021-05-24

Fascicolo

Sezione

Dottrina