La consacrazione a scopo sacrilego di una sola materia o di entrambe, durante la celebrazione eucaristica o fuori della santa Messa

Autori

  • P. Dal Corso Dottore in Diritto canonico. Facoltà San Pio X (Venezia)

DOI:

https://doi.org/10.1400/229681

Parole chiave:

Consacrazione delle sacre specie, sacrilegum finem, intenzione della celebrazione, valida Eucaristia, sacrilegio.

Abstract

Il reato di consacrazione in sacrilegum finem è stato introdotto dalle Normae del motu proprio Sacramenturum Sanctitatis Tutela e, in seguito alla revisione del 2010, punisce il ministro che, mosso da uno scopo malvagio, consacra una materia senza l’altra o entrambe sia durante la celebrazione eucaristica che al di fuori della Messa. Il fine perverso del sacerdote non annulla, tuttavia, l’intenzione di compiere ciò che fa la Chiesa con quel gesto, per cui si attua una valida transustanziazione delle specie. Il crimine si realizza, infatti, in presenza di una vera consacrazione. Questo aspetto distingue il reato dalla simulazione, ove il ministro non celebra validamente la Messa per difetto dell’intenzione o per l’utilizzo di materie non idonee. Il crimine si differenzia, inoltre, dal delitto di profanazione poiché punisce la “premeditazione” sacrilega con cui il sacerdote si dispone a celebrare, a prescindere dal fatto che il sacrilegio venga poi effettivamente compiuto.

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Pubblicato

2014-12-15

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