Le restrizioni nell’impostazione del canone sulla limitazione dell’esercizio dei diritti dei fedeli (can. 223 CIC)

Autori

  • Massimo del Pozzo Professore Ordinario di Diritto costituzionale canonico, Facoltà di Diritto Canonico, Pontificia Università della Santa Croce, Roma, Italia

DOI:

https://doi.org/10.19272/202508601006

Parole chiave:

diritti fondamentali, statuto del fedele, can. 223, limiti intrinseci, bene comune, buon governo

Abstract

Prendendo spunto dalla re­dazione del can. 223, l’articolo analizza la limitazione dei diritti fondamentali supposta dal CIC. Nel § 1 la speculari­tà tra diritto e dovere rende ridondante la menzione dei doveri ; la formulazio­ne induce inoltre a una disgiunzione tra bene comune e diritti che sembra con­traria alla coerenza dell’ordine giuridi­co. Le carenze relative al § 2 riguardano soprattutto le omissioni della previsione normativa. Il contributo sottolinea co­me il contesto in cui è stato elaborato lo statuto del fedele non ha agevolato la comprensione del cambiamento legato all’affermazione del principio persona­listico nell’ordinamento canonico. La cautela nei confronti delle condizioni di esercizio dei diritti e la salvaguardia del rispetto dell’autorità limitano l’esplica­zione dello statuto giuridico fondamen­tale (cann. 208-223). La piena maturazio­ne del nuovo paradigma costituzionale richiede invece il riconoscimento della centralità e del valore intrinseco degli iura fidelium.

Pubblicato

2025-04-30

Fascicolo

Sezione

Dottrina

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